Sono un pirata / Sono un signore

A cura di Martina Corgnati e Brice Coniglio

In occasione della V Giornata del Contemporaneo, indetta da AMACI il circuito dei Musei d’Arte Contemporanea italiani, il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano decide di aprire per la prima volta le porte a un artista giovanissimo inaugurando una grande personale che racconta tutto il mondo di ConiglioViola. Brice Coniglio – rimasto in questo periodo solo a capitanare il gruppo – dopo più di un anno di totale interruzione delle trasmissioni che segue il profetico Fine primo Tempo – decide di dar vita a un progetto che rilegga e rielabori la produzione precedente del collettivo. Nasce così Sono un pirata / Sono signore. La mostra – erroneamente definita “retrospettiva” – è in realtà concepita come una meta-opera che per la prima volta collega tra loro progetti vecchi e opere inedite, fornendo una visione unitaria di un lavoro complesso e anche linguisticamente diversificato. Dunque si profila come un momento di riflessione nella storia del gruppo, reso necessario dalle imponenti trasformazioni appena occorse. ConiglioViola inoltre decide di dar forma a questo progetto in maniera autonoma e occupandosi in prima persona di tutti gli aspetti: dalla selezione delle opere allo studio dell’allestimento, fino alla redazione del catalogo. L’esposizione viene  quasi completamente autoprodotta senza il supporto di alcuna galleria ma solo grazie al sostegno dei propri mecenati e collezionisti. Una scelta, questa, di carattere fortemente simbolico: esperimento di rara autonomia nel mondo dell’arte nonché segno della volontà di affermare a tutti gli effetti l’identità di “marchio” artistico indipendente.

Il titolo Sono un pirata / Sono un signore (ironicamente mutuato dalla celebre hit di Julio Iglesias) prende spunto dall’Attacco Pirata alla Biennale di Venezia, azione eletta a manifesto dell’intero percorso. Proprio della performance veneziana vengono per la prima volta mostrate al PAC le foto inedite. Stampate in grande formato e appese dondolati dal soffitto a sovrastare un’enorme vasca colma d’acqua che riproduce simbolicamente un canale veneziano, costituiscono la sezione principale della mostra.

installation view

installation view

Ogni sala del PAC è consacrata a un progetto diverso.
Il primo ambiente è dedicato significativamente al tema della “durata”. Dalla parete di ingresso affiora l’effigie scultorea di un grande Coniglio Vitruviano, il logo di ConiglioViola trasformato in un’antica rovina. A lato l’installazione Fine Primo Tempo : una camera ardente in cui si proietta il video Ci sarà, a tema escatologico. Seguono le stanze dedicate ai progetti Nous Deux , Recuperate Le Vostre Radici Quadrate, Romantici. Al primo piano tutti i progetti collaterali: La meditazione di Yolanda, la trilogia video di Dis.soluzioni , Zoo.gno, i video Reba-ratto con Patrizia Sandretto Re Reabaudengo e Strade di Fuoco realizzato per Loredana Bertè, fino ad alcune opere fotografiche.Infine, a chiudere il percorso espositivo, la stanza del Rebus: ultima prova iniziatica per i visitatori. Coloro che risolvono il video-enigma si guadagnano l’accesso a un’ulteriore stanza segreta che ospita un’installazione interattiva del tutto inedita dove il visitatore può – guardandosi allo specchio – vedere il suo volto trasformarsi in una maschera di Coniglio. Emblematico della forte istanza di compartecipazione che ConiglioViola vuole mettere in atto con il proprio pubblico.

La mostra di ConiglioViola al PAC – visitata da quasi 10.000 persone in soli dieci giorni – è accompagnata dalla pubblicazione del catalogo Sono un pirata / Sono un signore, edito da Silvana Editoriale e curato direttamente da Brice Coniglio, che contiene gli interventi critici di dieci osservatori illustri, del mondo dell’arte e non: Antonio Arevalo, Alessandro Bergonzoni, Achille Bonito Oliva, Martina Corgnati (anche confidente scientifica dell’esposizione), il filosofo Maurizio Ferraris, Tommaso Labranca, Milva, Domenico Quaranta, Laura Serani, oltre all’intervento sentitissimo dell’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Massimiliano Finazzer Flory.

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